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Luigi Lineri

Luigi Lineri scultore ed entomologo

Un personaggio, uno scultore, un “entomologo” di pietre e sassi: Luigi Lineri che vive a Zevio. Luigi Lineri, dalla sua Zevio di frutteti generosi (mele, pere ecc.) dove in giovinezza giocai e dove vivono innumerevoli e lietamente dediti alla campagna, è da non poco “un caso” di cui si sussurra, si vocifera, con ammirazione magari mista a dubbi, a incertezze. Il caso resta e così il personaggio; un tipo elettrico, veloce fino al telegrafico, un poco scontroso e un poco, o di più, appassionato.

Del ceramista parlerò ad una sua prossima mostra, ora è in tema il raccoglitore di pietre e di sassi nel letto dell’Adige in magra, o sul greto, sulle sue vicinanze. Lineri cerca immagini: le nature maschili e femminili (quelle maschili sono così forti…), gli attrezzi (la punta, la mazza ecc.), i bovini e gli ovini nell’interno corpo o solo nella testa o nel volto, e sulle sue innumerevoli scelte, una biblioteca pietrificata, ha costruito una teoria che i “tecnici” del settore neanche discutono, rigettandola a priori. Io non ho armi per contrastarli, quindi sospendo il giudizio scientifico, ma sottolineo quello espressivo-formale. E a questo punto non so se per l’arte moderna, quella determinante (Brancusi, Moore, Martini ecc), sia meglio che Lineri abbia torto o ragione. Cioè che sia il caso (con l’acqua, il vento, il tempo quasi infinito) a farsi scultore; o veramente i reperti siano opera arcaica di umani. Fatto è che in uno o nell’altro ripensamento, le pietre ci sono, e moltiplicate, in versioni e varianti da “armata a piedi”.

Ossia vuol dire che gli agenti atmosferici hanno proprio predisposizione artistica e formale, e una predisposizione continua, rispettiva, sostanziale, ciclica, figurativa al massimo piuttosto che al minimo. La cocente sensibilità di Lineri ha fatto il resto “vedendo” e raccogliendo, catalogando (perché di catalogazione si tratta), elencando, con una nettezza di scelta, di emozionate vicende che lasciano sgomenti, anche il più incallito e stanco degli “addetti ai lavori”.

Ma io credo che di Lineri si debba realizzare presto un seguito alla sua mostra di ceramiche (che tengono conto delle pietre, che ne riportano il marchio e le impronte), cioè una scelta di questi sassi parlanti, di queste pietre teatrali, per dare al pubblico, ai giovani e ai giovanissimi un’occasione inedita di meraviglia e di racconto.

ALESSANDRO MOZZAMBANI, Arena Sette, Anno1, n.6, Giugno 1983

Luigi Lineri - affascinante viaggio tra le pietre del fiume Adige tra storia e mito - www.luigilineri.it - 2006